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L’architettura fluviale e le tipiche costruzioni di montagna, hanno dato l’imput per riproporre l’archetipo formale di una casa con tetto a falde. L’idea progettuale nasce dal presupposto di non alterare le abitudini di coloro che quotidianamente frequentano l’edificio. Genitori, alunni e docenti devono poter continuare a riconoscersi in questo ambiente a loro molto familiare. Si mantiene così inalterata la posizione dell’ingresso attuale. La parte centrale del piano terra dell’esistente struttura, diventa un unico grande atrio, un nodo, uno spazio interno che serve non solo “il vecchio ma anche il nuovo”, uno spazio dove i bambini possono trascorrere il momento della ricreazione e svolgere attività pedagogiche integrative durante le ore di studio. Si sviluppa qua la necessità di unire la preesistenza con il nuovo; un elemento di collegamento tra i due spazi, che ha lo scopo di interagire con il bambino, di renderlo curioso, di stimolare la sua immaginazione. Questo elemento di connessione non si riduce a semplice corridoio o luogo di passaggio, ma diventa anche spazio, luogo di interazione, che permette di raggiungere l’area ludica esterna, e costituisce un tamponamento verso il parcheggio. Per le sue caratteristiche, diventa una sorta di ponte tra il nuovo e il vecchio. Un corridoio dunque costituito da un setto che entra dentro la nuova aula didattica, avente la funzione di accompagnare gli alunni verso le nuove aule e di promuovere la loro creatività diventando così un percorso espositivo. Se si prosegue verso il corridoio camminando lungo il muro pieno di disegni e fotografie, illuminato dalla vetrata, la prospettiva si apre sulla corte esterna che dialoga con la facciata verde creando una sinergia tra architettura e pedagogia. Spazi interni ed esterni offrono ai bambini esperienze spaziali differenti e ambienti di apprendimento dove le trasparenze e le prospettive sono mutevoli. Arrivati nel nuovo volume ci si trova di fronte alle entrate delle aule e alle nicchie che contengono delle sedute dove gli alunni e professori potranno sostare durante la ricreazione. Questi spazi sono pensati anche come dei punti di osservazione verso l’edificio preesistente dove la vista si immerge sempre nelle piante che crescono e cambiano ogni stagione. Ai due lati del nuovo corridoio si trovano i bagni che chiudono lateralmente la prospettiva con delle sagome che indicano l’ingresso ai servizi. Entrando nelle aule si continua a percepire la struttura esterna che racchiude il volume continuando il linguaggio tra interno ed esterno che caratterizza tutta la nuova struttura continuando il dialogo tra natura e costruito. Tutte le pareti delle aule sono dei dispositivi modulari che possono espandere la distribuzione degli spazi conferendone molteplici funzioni a dipendenza delle esigenze di programma.

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ARCHITETTURA

PROGETTI

CONCORSI

Ampliamento della Scuola Primaria di Libano

Sedico, Italia

Ente Banditore: Comune di Libano

Progetto: Arch. Giulio Conti, Arch. Bernardo Claus, Arch. Maria Giulia Petrai

Concorso: 2011

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